Terminata la visita del Quartiere degli Elementi si attraversa il ballatoio da cui si domina dall’alto il Salone dei Cinquecento e si entra nel Quartiere di Eleonora. Il Quartiere di Eleonora è così chiamato perché quando Cosimo I stabilì la propria residenza in Palazzo Vecchio questa ala del palazzo fu riservata alle stanze di sua moglie Eleonora di Toledo, figlia del viceré di Napoli don Pedro di Toledo. Al Quartiere di Eleonora lavorò inizialmente Battista del Tasso e poi i lavori furono terminati da Giorgio Vasari nel 1562. Il quartiere è composto dalle seguenti sale: Camera Verde, Cappella della duchessa Eleonora, Scrittoio della duchessa Eleonora, Sala delle Sabine, Sala di Ester, Sala di Penelope, Sala di Gualdrada.
LA CAMERA VERDE
La prima stanza che si trova arrivando dal Quartiere degli Elementi è la cosiddetta Camera Verde. In origine le pareti della camera erano decorati da dipinti di paesaggi naturali oggi scomparsi, restano invece le decorazioni originali – a grottesche con uccelli – del soffitto affrescato da Ridolfo del Ghirlandaio tra il 1540 e il 1542. Da questa stanza una piccola porta, normalmente chiusa, conduce al corridoio sospeso che collega Palazzo Vecchio agli Uffizi. Annesso alla Camera Verde è lo Scrittoio di Eleonora, un piccolo vano con soffitto decorato a grottesche da Francesco Salviati.
LA CAPPELLA DI ELEONORA
Accanto alla Camera Verde si trova uno dei capolavori del Manierismo fiorentino: la Cappella di Eleonora. I dipinti della cappella eseguiti da Agnolo di Cosimo detto Bronzino celebrano i Medici tramite il tema di Gesù morto per la salvezza dell’uomo e rappresentano l’opera in assoluto più importante dell’artista dove è chiaramente visibile la rapidità della sua evoluzione stilistica. Alle pareti si trovano tre affreschi recanti storie di Mosè. Al centro della parete frontale è la pala d’altare della deposizione di Cristo, ai lati sono due pannelli con l’Annunciazione. Il soffitto della cappella è decorato dagli affreschi dell’Apocalisse (1540-1565).
Le quattro sale successive del Quartiere di Eleonora rappresentano con le loro decorazioni le virtù della duchessa. I dipinti al soffitto (1561-1562) sono di Giorgio Vasari e Giovanni Stradano. Mentre le cornici in legno e stucco dorato sono opera di Battista Botticelli. Nella Sala delle Sabine si esalta la virtù femminile della mediazione. Mentre nella Sala di Ester si esalta Eleonora di Toledo nel suo ruolo di duchessa. Poi nella Sala di Penelope l’olio su tavola al soffitto presenta Penelope al telaio con altre tessitrici e descrive il ruolo della donna dedita alle cose domestiche. Infine nella Sala di Gualdrada viene esaltata la purezza tramite l’episodio di Gualdrada che si rifiuta di baciare l’imperatore Ottone IV. Tale episodio richiama anche l’indipendenza della città di Firenze da ogni potere esterno.
Il percorso all’interno di Palazzo Vecchio prosegue con la visita della Cappella dei Priori.