Il primo cortile di Palazzo Vecchio fu edificato nella prima metà del XIV secolo e poi modificato da Michelozzo nel XV secolo. Quest’architetto sostituì i pilastri con colonne cilindriche e ottagonali e poi edificò il loggiato.
Nella seconda metà del XVI secolo tutto il palazzo subì importanti lavori di modifica eseguiti dal Vasari per volere di Cosimo I de’ Medici. Il cortile di Palazzo Vecchio fu decorato, in occasione delle nozze tra Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria (1565), con stucchi e pitture a secco di città austriache, in onore della sposa.
Al centro del cortile è la fontana di Francesco del Tadda (1555-57) con una riproduzione del putto e delfino di Andrea del Verrocchio (Andrea di Michele di Francesco Cioni) del 1470. Mentre l’originale è all’interno di Palazzo Vecchio nel quartiere degli Elementi.
Cosimo I de’ Medici affidò agli artisti Lorenzo Marignolli e Santi Buglioni il rivestimento delle colonne di stucco dorato a motivi vegetali, putti e altre figurazioni, mentre le volte a crociera vennero abbellite da Marco da Faenza.
LE VEDUTE DELLE CITTÀ AUSTRIACHE
Come detto le pareti del cortile furono decorate, nel 1565, per volere di Cosimo I de’ Medici, in occasione delle nozze tra Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria con le vedute delle maggiori città dell’impero austriaco. Vi sono raffigurate: Praga, Passago (Passau), Stain, Closterneburg (Klosterneuburg), Vienna, Innsbruck, Ebersdorf, Costentz (Costanza), Neustadt e Hall (Ala).
I dipinti, che furono per la maggior parte eseguiti a secco, sono opera di Bastiano Veronese, Giovanni Lombardi, Cesare Baglioni e Turino di Piemonte. Sulla sommità di ogni riquadro furono iscritti gli stemmi delle città recanti il nome in tedesco, mentre in basso fu riportato il nome in italiano.
Gli ovali posti nelle lunette sopra ai dipinti delle città rappresentano degli episodi importanti del governo di Cosimo I. Sulla parete est del cortile si trova un’iscrizione in latino, dipinta per dare il benvenuto alla futura sposa. In una nicchia si torva la statua di Sansone e del Filisteo di Pierino da Vinci, nipote di Leonardo morto a soli 23 anni.
Oltrepassato il bel cortile affrescato si entra nel secondo cortile, conosciuto anche come “La Dogana”. Questo cortile ha pilastri massicci costruiti nel 1494 da Simone del Pollaiolo detto Il Cronaca per sostenere il “Salone dei Cinquecento” al secondo piano. In questo cortile si trova la banderuola del Marzocco, che un tempo era sulla cima della torre di Arnolfo.
Tra i due cortili sono i due scaloni monumentali del Vasari con le rampe di accesso ai piani superiori di Palazzo Vecchio, che portano al Salone dei Cinquecento e poi ai Quartieri Monumentali.
Continuiamo la visita nel Salone dei Cinquecento.